Ci fa piacere condividere un estratto dell’ultimo numero di Aggiornamenti Sociali ed in particolare il servizio intolato “Anziani: ponte fragile e vitale tra passato e futuro” dedicato ad approfondire, con interviste e contributi, il tema dell’invecchiamento del paese e le esigenze di cura per gli anziani.
Tra le voci coinvolte, quella del Presidente della nostra cooperativa, Daniel De La Traba Lopez con “Badanti: prendersi cura delle famiglie”, intervista accompagnata per l’occasione dalla testimonianza di Elena, una badante con una lunga esperienza di lavoro a contatto con gli anziani e le loro famiglie.
Scarica il servizio “Anziani: ponte fragile e vitale tra passato e futuro” – Link
A questo link è possibile scaricare la sola intervista a Daniel De La Traba.
Il nostro lavoro principale come cooperativa è proprio fare da filtro, garantendo la professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici che fanno parte delle nostre liste….
Buona parte del nostro lavoro, di fatto, consiste nell’ascoltare e interpretare il bisogno delle famiglie. A volte può capitare che non abbiano veramente necessità di una figura di questo tipo, ma di altri profili professionali (specialmente in ambito di assistenza sanitaria), e in tal caso le indirizziamo alle sedi più proprie.
Un altro punto importante per noi è promuovere una contrattazione chiara e trasparente e rendere i lavoratori e le lavoratrici consapevoli dei propri diritti. Queste attenzioni costruiscono fiducia nella loro professionalità, e di conseguenza agevolano l’instaurarsi di una relazione sana con gli assistiti e le loro famiglie.Dall’intervista a Daniel De La Traba
Penso che il lavoro della badante sia semplice e decoroso, che possa dare tantissime soddisfazioni ma allo stesso tempo far soffrire molto.
I ricordi più belli sono quelli legati alle tante persone di cui mi sono presa cura e alle loro storie. In molti mi hanno accolta quasi fossi una loro nipote. Ricorderò sempre la gioia che ho dato a nonna Francesca (così la chiamavo), che da molto tempo non usciva di casa, dato che la figlia, molto impegnata con il lavoro, non trovava mai tempo per portarla fuori. Quando l’ho accompagnata con la carrozzina davanti all’università nella quale aveva insegnato per tanti anni, l’ho vista piangere di gioia. Dopo due anni al suo fianco, alla fine è andata in una casa di riposo, e lì le sue condizioni mentali hanno cominciato a declinare. Non è venuta meno la mia gratitudine e l’affetto per lei, sono andata a trovarla in occasione del suo compleanno, e anche la figlia è rimasta molto contenta e grata.Dalla testimonianza di Elena, badante originaria della Romania
